Corriere della Sera
Forum: Leggere e scrivere
di Paolo Di Stefano
Barbara lunedì, 30 novembre 2009
Laura Lauzzana – Il resto del giorno
Si parte dall’infanzia di Mara, la protagonista, che vive ai margini dell’umanità, sentendosi “altro” dalla sua famiglia e dalle persone che la circondano. In una confusione imperante lei è alla ricerca di un ordine interiore fatto di silenzio e pace. Solo vagando tra i luoghi aspri e desolati della sua terra, un lembo di Friuli che si getta nel mare, riesce a trovare sollievo dalle inquietudini che la accompagnano in un quotidiano fatto di tradizioni popolari e rifiuti. La natura, con la sua predominanza assoluta, si sostituisce benevola ad una madre troppo fredda e distaccata, capace di slanci emotivi rari e mai del tutto disinteressati. Sarà proprio il rapporto conflittuale con una madre insoddisfatta, arrivata ad un punto della vita in cui, guardandosi alle spalle, deve fare i conti con desideri inespressi e fallimenti evidenti, a portare Mara ad un’esigenza anche fisica di allontanamento da quel nucleo parentale ingombrante.
L’esperienza del collegio le permetterà di conoscere la prima vera alleata della sua vita, Daniela, coetanea ribelle e vivace. Con lei assapora il gusto dell’immaginazione sconfinata, delle piccole scorribande proibite e della supremazia sulle compagne più deboli. Un ambiente popolato di figure singolari e a tratti esilaranti, quello che la Lauzzana descrive nella narrazione dei tempi del collegio.
Una realtà ormai lontana dal vivere comune, permeata dalla volontà di indipendenza delle ragazze, ma velata da un sentimento di abbandono mai del tutto sopito.
La mano capace dell’autrice delinea personaggi femminili caparbi e a tratti aspri, in contrapposizione a uomini che si lasciano cullare dal vizio del bere e che, in molte occasioni, non sono in grado di condurre la famiglia.
Ne esce un romanzo che profuma di altri tempi, dalla lirica emotiva e vibrante, privo di taglio puramente commerciale.
Ne “Il resto del giorno” la teoria del “less is more” cede il passo all’introspezione e all’osservazione attenta del mondo. Come se la marginalità in cui Mara viene confinata, e in parte si confina lei stessa, fosse la chiave di volta per raggiungere la salvezza. Quel ritorno alle origini che, dopo il rifiuto iniziale di una vita di provincia, la riporta sui propri passi.
La natura come componente fondamentale della sua serenità interiore, in grado di allargare gli orizzonti che, spesso, nelle grandi metropoli tendono invece a restringersi.